LA CONVENZIONE DI FARO: IL PATRIMONIO CULTURALE E LE COMUNITA'
La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società, firmata nella località portoghese di Faro il 27 ottobre 2005 e ratificata dall’Italia nel settembre 2020, promuove un nuovo - per certi aspetti rivoluzionario - approccio alla nozione di patrimonio culturale, fornendo la cornice normativa ideale per ricomprendere all’interno di tale nozione anche le tradizioni e le usanze locali, come i rituali del maggio, e la loro conseguente valorizzazione.
Fondata sul presupposto che la conoscenza e l’uso dell’eredità culturale rientra pienamente nei diritti dell’individuo a prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità e a godere pienamente delle arti (come sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo), la Convenzione di Faro si fa portatrice di un’idea di patrimonio culturale strettamente connesso con le comunità che lo hanno prodotto.
Il patrimonio culturale diventa quindi l’insieme delle risorse ereditate dal passato, riflesso di valori e credenze, conoscenze e tradizioni (articolo 1); oggetti e luoghi acquistano importanza in ragione dei significati e degli usi loro attribuiti sul piano culturale e valoriale.
Le comunità patrimoniali sono quindi gli “insiemi di persone che attribuiscono valore a degli aspetti specifici dell’eredità culturale, che desiderano, nell’ambito di un’azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future” come recita l’articolo 2 del testo.
Da qui la centralità del ruolo attivo delle popolazioni nell’accrescimento della consapevolezza del valore del patrimonio culturale e del suo contributo al benessere e alla qualità della vita e l’invito agli Stati a promuovere un processo di valorizzazione partecipativo, fondato sulla sinergia fra istituzioni pubbliche, privati cittadini, associazioni.
A partire dal trattato di Lisbona è stata introdotta una nuova dimensione di democrazia partecipativa, un invito che l’Unione Europea ha raccolto nelle sue linee di azione, come nel programma Europe for citizens, pensato per incoraggiare il coinvolgimento dei cittadini europei in tutti gli aspetti della vita della loro comunità, consentendo loro così di partecipare alla costruzione di un’Europa sempre più unita.
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